Il Durga Puja sono gli ultimi cinque giorni del festival di “Navratri” che ne dura nove, come le nove reincarnazioni di Durga, la dea più importante della mitologia hindu. Secondo tale mitologia la dea ha sconfitto il demone-bufalo “Mahishasura” in una battaglia e la festa si celebra in ricordo della sua vittoria, di solito verso il mese di ottobre. Il Durga Puja comprende anche il culto di Shiva, che è il marito di Durga, oltre a quello di Lakshmi, Saraswati, Ganesha, Kartikeva, considerati figli di Durga. Tutti raffigurati con delle statue durante la processione.
Alcuni giorni prima dell’inizio del festival la dea viene invitata sulla terra. Seguono diversi rituali e festeggiamenti che culminano il quinto giorno con una lunga processione dove la statua di Durga e di altri idoli sfilano per le strade, accompagnate da tanta musica, balli e cibo per tutti, fino al fiume, dove verrà gettata nelle sue acque a simboleggiare la partenza della divinità verso la sua casa in Himalaya, assieme al suo sposo Shiva. Tradizionalmente dopo questo episodio le famiglie si fanno visita l’un l’altra e vengono offerti confetti ai visitatori. L’ultimo giorno è decisamente quello più interessante.
Il lato negativo della festa è l’impatto ambientale dovuto ai materiali utilizzati per decorare gli idoli, colori che inquinano le risorse idriche locali, visto che vengono immersi completamente nei fiumi alla fine dei festeggiamenti, e ogni città ne butta centinaia. Il governo ha vietato l’uso di vernici pericolose, ma quasi nessuno rispetta il divieto. L’impatto del Durga Puja è così forte da essere diventata la più grande preoccupazione ambientale degli ultimi decenni in India.